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Significato e potenza della pop-cultura

Occidentali’s Karma1, la canzone di Francesco Gabbani che ha vinto Sanremo 2017, è un brano leggero ma significativo: una melodia pop con un testo fuori di testa, contemporaneo e garbatamente colto. Una critica intelligente che si serve del linguaggio del web per criticare proprio la cultura del web 2.0.

Web 2.0 è un’espressione coniata nel 2004 da Tim O’Reilly per indicare i nuovi paradigmi della rete fatta di ipertesti e connessioni sociali. Viviamo in un mondo virtuale dove ci si sforza disperatamente di trovare nuovi follower, avidi di like per le frasi rubate da Wikiquote e le interminabili serie di selfie, foto di cibi e roba acquistata in negozi vari. Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense scrisse testualmente: «Notami! Questo è il mantra del nuovo web»2, e continuò precisando: «L’attenzione va bene, finché si ha uno scopo da raggiungere in cambio di tutto questo sforzo».

Sin dal titolo, una sorta di mash-up tra italiano e inglese: ”Occidentali’sKarma, che gioca sugli amati-odiati inglesismi diffusissimi sul web e sui social network, Francesco Gabbani e il paroliere Fabio Ilacqua, autore anche di Amen che vinse Sanremo Giovani 2016, sono riusciti nella magia di catalizzare l’attenzione dei media e del pubblico su una canzone: orecchiabile, ballabile, accessibile, ma che rappresenta anche una critica colta che una certa spocchia dell’intellettualismo ha subito tacciato come “cultura spicciola”, erigendo il solito muro tra pop e cultura.

Capisco che il nostro sia un tempo di muri, ma faremmo bene ad allontanarci al più presto da queste ideologie di separazione per fare dei piccoli passi avanti verso l’inclusione. Non c’è niente di più sbagliato che criticare questa canzone, anzi: la combinazione vincente tra pop e cultura è la vera essenza della genialità insita in Occidentali’s Karma. Pop non è una parolaccia, è un’espressione che indica il potere di diffusione tra le masse di un’idea o di una forma d’espressione artistica.

Pop è potere, e con l’affermazione del web 2.0, il pop è diventato un vero e proprio strumento di potere accessibile a tutti. Ma bisogna saperlo usare, il potere. Perché qualsiasi tentativo di evitare la contaminazione della cultura con la moda è già fallito in partenza, come cantava Lucio Battisti nel 1994.

Chi teme la moda è immerso in essa comunque

— Lucio Battisti. La moda nel respiro3. (Hegel, 1994).

La produzione di Battisti e Panella4 era troppo avanguardistica all’epoca (e forse ancora oggi) per imporsi nel pubblico di massa, proprio come l’intero album Hegel e tutti i “dischi bianchi” di Battisti in generale. Ed è proprio questo il problema: perché canzoni colte come quelle di Battisti o Battiato sono di nicchia? Il passaggio dalla cultura del nulla alla cultura del significato richiede ponti di connessione e di passaggio intermedi.

Un ponte tra la scimmia e l’oltreuomo

«L’uomo è una corda tesa tra la bestia e l’oltreuomo, un cavo al di sopra dell’abisso5»: furono le profetiche parole del filosofo Friedrich Nietzsche.

Il filosofo Friedrich Nietzsche

Troppi si ostinano a voler essere oltreuomini, ma forse è giunto il momento di accettare che dobbiamo essere necessariamente la corda, ponte di collegamento immaginario tra la scimmia e l’uomo che verrà. Guardiamoci attorno: il nostro non è certo il tempo degli oltreuomini. Ma può essere il tempo in cui, chi è dotato di quello spirito di dedizione alla conoscenza e alla divulgazione, impara a parlare il linguaggio della modernità, in maniera tale da poterla finalmente sdoganare e comunicare alle masse.

In fondo, state tranquilli: senza curiosità non c’è alcunché che si possa divulgare. Per coloro che aprono un articolo e si fermano alle prime righe, che avviano un video e decidono se continuare in base alle visualizzazioni, una canzone sposta poco o nulla. Quindi, supponendo curiosità e interesse, è con brani pop come Occidentali’s Karma che la scintilla della curiosità può accendersi e illuminare il cammino verso la conoscenza.

Questo vale per il ragazzino incuriosito dal simpatico ballo della scimmia, ma anche per chi è più stagionato e, in un mondo frenetico in cui si lavora ogni giorno e resta pochissimo spazio per la conoscenza fine a sé stessa6, non ha tanto tempo da dedicare alla cultura.

La forza del web e della cultura pop

Trasformare la cultura in pop-cultura, cioè in qualcosa di accessibile al maggior numero di persone, è più una necessità che una scelta; ed è proprio ciò che tentano di fare altissime forme di espressione come cinema, serie TV, fumetti o videogiochi.

I videogiochi sono forse la massima espressione della pop-cultura. Innanzitutto, sono la forma d’arte più moderna di tutte, fatta di materia digitale proprio com’è digitale la materia di cui è fatto il web7; e dello stesso web i videogiochi si nutrono, mettendo in comunicazione milioni di videogiocatori online, attraverso blog e siti specializzati, gruppi e pagine, dirette su Twitch, video su YouTube e multiplayer online. Ma i videogiochi si nutrono anche di tutte le altre altre forme di comunicazione ed espressione artistica, raccogliendole in un unico maestoso contenitore multimediale che parla il linguaggio naturale della modernità, quello digitale e disponibile su tutti i tipi di dispositivi, dai cellulari ai PC desktop, rendendo un certo tipo di cultura, prima inaccessibile, a portata di controller.

Il più grande limite di alcuni è pensare che la cultura debba essere necessariamente seriosa o noiosa: non è così. Ed è forse il motivo per cui molti, soprattutto in Italia, non riescono ad accostare la parola “arte” alla parola “videogioco”. Eppure i videogiochi sono la prova tangibile che gioco, intrattenimento, informazione e cultura, possono coesistere alla perfezione.

«Col trattore in tangenziale andiamo a comandare scatto foto col mio cane andiamo a comandare». Il nulla cosmico. Faccio questo esempio perché il target di pubblico di Occidentali’s Karma è quello di Andiamo a comandare, non quello di Wagner. Non spaventiamo quelli che potrebbero essere interessati a qualcosa di più alto e che, magari, non sono facilitati dal linguaggio complesso e talvolta autoreferenziale di chi ne parla.

Perché se domani quel ragazzino affascinato dalla canzone di Gabbani cerca sul web: ”Occidentali’s Karma significato” e apre uno dei tanti articoli che parlano dei riferimenti culturali nella canzone, magari scopre che esiste un rivoluzionario saggio intitolato ”La scimmia nuda” (Desmond Morris, 1968) che ha messo in correlazione il comportamento umano a quello dei primati. Magari non ha mai studiato filosofia e scopre che ”Panta rei” è una frase pronunciata dal filosofo greco Eraclito, oppure apre una pagina che parla del ”Nirvana” di Schopenhauer. O magari scopre che ”oppio dei popoli” è un’espressione già utilizzata da Karl Marx nella sua critica alla religione. E perché no, magari apre proprio questo articolo, e leggendolo, comincia a fare ricerche sui dischi bianchi di Battisti e Panella, sulla filosofia di Friedrich Nietzsche o sui videogiochi come forma d’arte.

Non è bellissimo? Questa è la vera potenza dell’ipertesto, del web e della cultura pop accessibile a tutti. È troppo facile vantarsi delle cose che conosciamo pisciando con disprezzo su quelli che ancora non le conoscono. A parte criticare, cosa state facendo per fargliele conoscere?

Quindi ballate scimmie nude perché, quando la corda si spezza, la scimmia si rialza. Meglio farsi una risata che piangere per un futuro imperscrutabile. L’oltreuomo, ve lo assicuro, è ancora lontano.

Note a piè di pagina

  1. Francesco Gabbani. Occidentali’s Karma, Sanremo. 2017.

  2. Seth Godin. Notice me, Seth’s Blog. 2009.

  3. Lucio Battisti. La moda nel respiro, Hegel. 1994.

  4. Andrea Brandi. Lucio Battisti: il volto che si manifesta ed è oltre l’ordine della natura, Battisti e Panella: le cose che pensano. 2012.

  5. Friedrich Nietzsche. Così parlò Zarathustra. 1883-1885

  6. Andrea Brandi. Meno lavoro e più tempo. 2012.

  7. Andrea Brandi. I videogiochi: l’ottava arte. 2015.