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Meno lavoro e più tempo

Meno lavoro e più tempo

Dopo un’attenta riflessione sono giunto alla conclusione che le cose più importanti della vita sono: il lavoro, la conoscenza e l’arte. Il lavoro, diversamente dalla conoscenza, viene visto erroneamente come un’attività che serve primariamente o esclusivamente a guadagnare soldi per tentare di vivere una vita dignitosa. Ovvero, viene visto come un mezzo per raggiungere uno scopo preciso: ottenere denaro.

Ma se il lavoro è un mezzo, perché spendiamo più tempo per lavorare che per godere dei frutti di quel lavoro? Qualcosa non funziona come dovrebbe.

Purtroppo, non tutte le persone analizzano profondamente il significato delle parole che pronunciano quotidianamente. Troppo spesso la parola lavoro viene malamente tradotta dalla psiche come qualche cosa di deprimente, di umiliante, da fare perché si è obbligati a farlo, per tirare a campare. Nulla di più sbagliato.

Il significato della parola lavoro

Significato del lavoro

La radice originaria della parola lavoro deriva dal sanscrito labh, che significa «afferrare» nel senso di «ottenere», «desiderare», «agognare».

Il senso profondo del lavoro è il desiderio: impegnarsi a lottare con tutte le forze per realizzare se stessi, per trasformare i propri sogni in realtà.

Il ritorno economico non ha niente a che vedere con il senso autentico del lavoro. Quest’associazione fenomenologicamente immediata è un travisamento neo-capitalista secondo cui tutto deve girare solo ed esclusivamente attorno al denaro. La necessità di imparare a sopportare e convivere con questa perversione dell’epoca moderna, non basta a nullificare il significato profondo e più nobile delle parole.

Il problema del tempo

Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo in assoluto, il pavimento sul quale tutto il resto dell’esistenza si muove: senza tempo non potremmo fare assolutamente niente.

Una giornata è formata di 24 ore. Fisiologicamente abbiamo bisogno di almeno 6-8 ore al giorno di riposo per vivere in piena salute. Mantenersi in forma significa anche fare esercizio fisico, dunque dedicare almeno 1-2 ore al giorno, 3 giorni a settimana, a questo tipo di attività. L’alimentazione ideale è costituita da almeno cinque finestre quotidiane nelle quali, stimiamo, bisogna impiegare 3 ore complessive per soddisfarle, ponendo di non dover cucinare sempre da soli. A queste attività dobbiamo aggiungere piccole finestre di riposo intra-quotidiane, anche se si tratta di pochi minuti per staccare la spina e liberare la mente. Diciamo complessivamente 1 ora ulteriore al giorno. Riepilogando:

  • 6-8 ore di sonno
  • 3 ore di alimentazione
  • 2 ore di attività fisica
  • 1 ora di riposo
  • 8 ore di «lavoro»

Sono 20-22 ore già consumate ogni giorno. E non stiamo tenendo in considerazione moltissime variabili: imprevisti, telefonate, discussioni, vestirsi, lavarsi, prepararsi, spostarsi in auto o altro mezzo verso una destinazione e tornare, ecc…

Rapporti umani extra-lavorativi? Svago? Restano forse un paio d’ore a disposizione, supponendo di non crollare tutte le sere distrutti sul divano.

Una giornata è passata, i rapporti umani ridotti al minimo. Ma quanto tempo è rimasto da dedicare alle altre cose importanti? Alla conoscenza? Neanche un secondo. All’arte? Se l’unico giorno libero della settimana lo dedichiamo a studiare, a crescere e approfondire le tante cose della vita, siamo costretti a cancellare o ridurre dall’equazione arte, svago e divertimento.

Abbiamo bisogno di tempo, ma le ore di sonno sono imprescindibili, così come il tempo che dedichiamo all’alimentazione. Eppure qualcosa non torna: perché il tempo è così sbilanciato in favore del lavoro?

Proviamo a liberarci delle regole imposte dalla società e a riflettere: perché continuare a dedicare 8 ore al lavoro? Anche se il nostro lavoro è sopportabile, è innaturale dedicare quasi tutta la vita a una singola attività, tutti i giorni, 8 ore al giorno. Qualunque cosa, portata all’estremo della sopportazione, finisce per diventare una tortura. Tanti anni fa, quando c’era poco da fare e accedere alla conoscenza era un privilegio riservato a pochi individui che potevano permettersela, una soluzione del genere poteva essere comprensibile. Ma oggi?

Tranne in alcuni casi nei quali il lavoro coincide esattamente con le nostre passioni - obiettivo che dovremmo disperatamente cercare di ottenere - il lavoro si trasforma in una forma di condanna ai limiti del sopportabile che svilisce ogni piacere.

Siete disposti ad accettare di passare tutta la vostra vita all’inseguimento della sopravvivenza, senza viverla davvero, ritrovandovi poveri di tutto il resto? Io non posso accettarlo, neanche per sogno.

La mia giornata ideale

Trascendendo dalle ore ordinarie, è possibile decomporre ogni giornata di 24 ore in unità di tempo della durata di mezz’ora, ovvero la durata media della maggior parte delle piccole attività quotidiane. Assumendo la necessità di dedicare 16 unità di tempo al sonno (8 ore), restano altre 16 ore da assegnare. Inoltre mi sento di affermare che, per non risultare noiose o stressanti, dobbiamo fissare un massimo di 2 ore consecutive per attività. Se un’attività si ripete più di una volta al giorno, il mio consiglio è che venga intervallata da almeno un’altra attività differente.

Un esempio di giornata ideale ed equilibrata può essere quindi strutturata nel seguente modo (ovviamente ognuno potrebbe e dovrebbe riscriverla a piacimento a seconda dei propri desideri e delle proprie necessità):

Giornata in unità di tempo

Come potete vedere, in questo esempio ho diviso un giorno in tre macro-categorie da 8 ore. La prima (omessa) è quella da dedicare al sonno fisiologico, le altre due da completare a scelta secondo le nostre esigenze e i nostri bisogni. Vediamo nel dettaglio.

Alimentazione: colazione, pranzo, cena, spuntini e tutto ciò che è connesso con il nostro bisogno fisiologico di alimentarci. L’alimentazione è un aspetto molto importante della vita di ogni individuo. Molte persone tendono a mangiare troppo durante 2 singoli pasti (pranzo e cena), mentre per il nostro organismo è molto meglio mangiare meno prevedendo 4-5 pasti al giorno. Non dimenticate che la colazione è il pasto più importante, perché il nostro corpo è stato in completo digiuno per almeno 8 ore, durante la notte, e ha bisogno di ricaricare le batterie per affrontare la giornata al meglio.

Attività fisica: «mens sana in corpore sano» diceva un tizio del Grande Fratello. Il corpo ha bisogno di fare una sana attività fisica quotidiana per restare in forma nel tempo. Abbiate cura del vostro corpo, perché esso è soggetto a inevitabile deterioramento. Non prendersi cura di se stessi oggi, significa pagarne care le conseguenze domani.

Attività: per attività intendo ogni generica cosa che è possibile fare durante la giornata: Attività sociali: meeting, uscite o cene con amici o fidanzate, un caffè al bar, andare dal dottore o dal parrucchiere. Attività intellettuali, come scrivere, studiare, leggere un libro o un giornale, guardare un film, vedere un documentario. Attività ricreative, giocare ai videogame, aggiornare un blog, completare un puzzle.

Lavoro: è un’attività in cui presto il mio tempo in cambio di denaro. Sono 4 ore divise in 2 finestre da 2 ore al giorno. Impossibile? Lo so: per molti è impossibile, non ho mai detto il contrario. Io, in un modo o nell’altro, per colpa o merito di scelte difficili e tanti sacrifici, ci sono più o meno riuscito. Come freelance si ha maggiore flessibilità anche se non è così facile.

Cosa possiamo fare?

Lavorare - nel senso comunemente ma erroneamente inteso, cioè prestare tempo in cambio di denaro - ben 8 ore al giorno è un obbligo arcaico e ingiustificato, accettabile soltanto nel caso in cui riuscissimo a guadagnare soldi dalle nostre passioni, ovvero svolgendo le stesse attività che, se non obbligati dalla necessità del denaro, faremmo anche gratis.

La tecnologia è nata con lo scopo di migliorare la qualità della vita dell’uomo, non di arricchire le multinazionali. I profitti delle grandi aziende si sono moltiplicati esponenzialmente nel corso degli ultimi decenni, ma le ore di lavoro sono rimaste le stesse.

Una società ricca, tecnologicamente all’avanguardia come la nostra, dovrebbe essere più giusta ed equilibrata. Ma, per come s’è strutturata attualmente, si manifesta come una tirannica ideologia che schiavizza l’individuo trasformandolo in un processo produttivo.

Questa situazione insostenibile, per fortuna, è destinata al declino; lento forse, ma inesorabile, perché l’intero processo produttivo globale, per necessità di sopravvivenza, sta spingendo inesorabilmente il mondo verso uno sviluppo tecnologico e culturale senza precedenti che dovrebbe portare presto le masse a essere consapevoli di tutti gli squilibri e le ingiustizie su cui è basata. Probabilmente saremo morti prima che ciò accada.

Ci troviamo in un punto di transizione nella storia dell’umanità: l’uomo primitivo deve diventare qualcosa di simile all’oltreuomo nietzschiano, ma lo scenario di un cambiamento effettivo è ancora lontano all’orizzonte.

Cosa possiamo fare? Purtroppo il nostro non è un tempo di benessere collettivo, è un tempo di lotta e coraggio. L’unica soluzione è ribellarsi per quanto possibile. Bisogna guardarsi intorno, essere curiosi, aperti a ogni opportunità che si presenta innanzi, senza aver paura di sbagliare.

Quando un muro non può essere abbattuto, l’unica alternativa è aggirarlo.