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Come valutare la musica

Come valutare la musica

La musica è certamente l’arte più viscerale, quella che mette a nudo le nostre emozioni più profonde. L’unica forma d’arte che non adopera direttamente uno dei sensi più utilizzati quotidianamente: la vista. Un libro, una tela, un film: dobbiamo guardarli. Per ascoltare la musica possiamo semplicemente chiudere gli occhi e lasciarci trasportare.

Se ci pensiamo bene, c’è un momento della giornata in cui ci comportiamo allo stesso modo: durante la notte, quando sogniamo. Solo nel sonno possiamo lasciarci andare alla follia del sogno, dove tutti i significati si mescolano tra di loro e il tempo e lo spazio assumono contorni indefiniti.

Sognare significa essere temporaneamente irrazionali; la musica agisce sul nostro status cosciente in modo molto simile. Questo rende la vita difficile a chiunque, esperto o meno, si trovi a dover giudicare la musica.

Ma questo intimo fluire di emozioni è parte integrante del divertimento. Una contaminazione fra emozioni e razionalità che forse non ha eguali.

Similmente a cinema e videogiochi, per la musica ho identificato due classi di valutazione: Composizione e produzione, Testi e canto.

Composizione e produzione

La musica è innanzitutto strumentale, fatta di regole musicali, armonia, melodia e ritmo. Ma la qualità di una composizione non è definita soltanto dalla sua complessità. Se una canzone vuole trasmettere una sensazione di calma o pace, essa seguirà linee guida differenti da quelle che seguirebbe se volesse trasmettere rabbia o euforia. Un pezzo minimalista non è necessariamente peggiore di una suite progressive molto complessa ed elaborata, così come una canzone pop non è necessariamente peggiore di una canzone alternative. Non c’è nulla di male nell’essere popolare (cioè piacere alle masse), anche se è vero che le masse sono mediamente poco competenti. Tuttavia non si tratta di un fenomeno limitato alla musica, ma di un ragionamento che è possibile applicare in qualsiasi altro contesto.

Dev’essere valutata innanzitutto l’originalità della musica nel suo contesto storico, il suo ingrediente principale, ovvero qualità e complessità compositiva, e i suoi lievitanti naturali: la produzione, l’arrangiamento e il missaggio.

Testi e canto

Un tempo le canzoni erano soprattutto strumentali, ma gran parte delle canzoni moderne contengono dei testi. In alcuni casi, addirittura, questi sono posti come fondamento stesso della loro esistenza, basta pensare ad artisti come Leonard Cohen o Fabrizio De André, oppure a un intero genere come l’hip-pop.

L’abilità di un cantante nell’interpretare un testo, di sapersi amalgamare sapientemente alla strumentazione, talvolta addirittura di diventare essa stessa un vero e proprio strumento, è un fattore da non sottovalutare.

Il messaggio contenuto in una canzone e la vitalità e l’intensità con il quale viene trasmesso, influiscono direttamente sulla valutazione finale.