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Lo schiavo moderno

Come ho già tentato di spiegare in passato1, la moderna cultura neo-capitalista è appositamente progettata per soggiogare le menti. Lo schiavo del 2012 non è così facile da identificare com’è facile fare con quello medievale. Lo schiavo moderno crede di essere libero e di poter fare ciò che vuole ma in verità è incatenato sin dalla nascita, sbattuto in una prigione mentale dalla quale è molto difficile evadere.

Allevando i pensieri delle maggioranze, è più facile costringere anche le menti più brillanti ad adeguarsi. Tuttavia, anche la definizione di mente brillante è stata manipolata e dirottata nel corso degli ultimi decenni. Sono tutti bloccati in un sistema di finte contrapposizioni binarie: destra e sinistra, comunisti e capitalisti, atei e religiosi, conformisti e anticonformisti, così intenti a scegliere quale delle due strade seguire da non rendersi conto che entrambe le strade portano alla stessa destinazione e sono parte integrante dell’illusione che li domina e li reclude. Io preferisco percorrere una deserta e solitaria strada di campagna.

«Cominci a lavorare o vai all’università?», questi sono i confini della patetica libertà che viene offerta. Lo schiavo non è chi sceglie l’una o l’altra via, lo schiavo è colui che non riesce nemmeno più a considerare l’esistenza di una libertà più ampia, dove la scelta non è un ricatto, dove il valore di una persona non è definito da quanti soldi ha in banca o da quanti titoli di studio possiede. I pochi che rifiutano di piegarsi a questa corruzione che umilia il senso della dignità umana, non possono sovvertirla. Per riuscirci sarebbe necessario un “grande gruppo” di persone che sono disposte a lottare per una stessa idea. Ma la strada del ribelle è una strada deserta e solitaria.

Nel mito della caverna2, Platone considera il filosofo come il sapiente che riesce a liberarsi dalle catene. Quando prova a liberare anche gli altri, tentando di spiegargli che stanno vivendo nella menzogna, viene barbaramente ucciso. Il ribelle viene considerato dalle masse come un sovvertitore, un intruso, un folle.

Sempre Platone, afferma3 che per evitare ogni forma di egoismo e bramosia, dovrebbero essere messi da parte i concetti comunemente accettati di famiglia e di proprietà privata. Già 2500 anni fa, Platone aveva capito bene che l’eccessiva brama di possesso avrebbe potuto scardinare pure la società più perfetta immaginabile.

Schiavo di una vita come tante

A volte ripenso al passato e alla mia sobria innocenza come l’illustrazione di una favola meravigliosa della quale non ricordo esattamente la storia; ricordo con estrema chiarezza solo le sensazioni. La bellezza è una di quelle parole che più ti fai vecchio e più sembra smarrire il suo significato reale.

D’improvviso mi sono accorto di vivere una pseudovita, perché quella che le maggioranze oggi chiamiamo vita è soltanto una recita. La società corrotta che mi circonda, schiava di sé stessa, ha rubato la mia coscienza di bambino tentando di trasformarla nella coscienza di un automa.

Sin da piccoli si viene indottrinati: dalla famiglia, dalla scuola, dalla politica, dalla religione, dallo Stato, per convicerti senza ombra di dubbio che quella cella in cui sei stato segregato dalla nascita sia tutto il mondo che ti è dato conoscere. Un lavaggio del cervello al fine di trasformare la fantasia e l’inventiva di un sognatore in un patetico elenco di regole da seguire. Ti raccontano che devi farlo ma non spiegano esattamente il perché. Dicono che è «per il tuo bene», per «trovare un lavoro», per «farti una famiglia».

Non parlano di apprendere, parlano di titoli di studio. Ricordo di aver pensato: «perché sono costretto a lavorare per vivere?», ma il perverso meccanismo della società moderna è studiato alla perfezione per costrigerti, sfruttando le tue fragilità economiche e psicologiche, a conformarti, senza via di scampo. Il video di Another Brick in The Wall dei Pink Floyd racconta con semplice perfezione quello che la scuola è in realtà: una fabbrica di soldatini, il primo step per trasformare l’essere umano in uno schiavo.

Note a piè di pagina

  1. Andrea Brandi. Meno lavoro e più tempo. 2012.

  2. Platone. La Repubblica, libro settimo. IV secolo a.C.

  3. Platone. La Repubblica, libro ottavo e nono. IV secolo a.C.