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Il futuro della musica High-Fidelity
A partire dai primi anni 2000 abbiamo assistito a un costante ed esponenziale deterioramento della qualità della musica. Il primo a decadere è stato il supporto: dal vinile di qualità teoricamente incalcolabile, al CD tagliato digitalmente a 16 bit-44.1 KHz. Alcuni pensavano che il CD sarebbe stata l’ultima frontiera della riproduzione audio, ma alcuni accorti audiofili si accorsero quasi subito dell’incapacità di tale supporto nel riprodurre fedelmente lo stesso suono di un vinile. Ma questo è stato il male minore. Come se non bastasse si aggiunse pure una malsana loudness war a peggiorare le cose, rendendo ancor più critica la situazione. Il colpo di grazia all’alta fedeltà è stato dato dalla capillare diffusione del virus MP3, che ha mozzato ancor più la qualità finale della registrazione.
I più scaltri hanno conservato gelosamente la loro collezione di LP, altri ne hanno scoperto la superiorità facendo di fatto risorgere lo storico supporto dalle sue ceneri. Ma una registrazione analogica, per quanto teoricamente inarrivabile da un punto di vista qualitativo, ha troppi svantaggi. Un vinile è affascinante, sicuramente più attraente di un CD di plastica, ma si deteriora dopo pochi ascolti, necessita di una cura maniacale, dev’essere protetto dalla polvere e dall’umidità. Da un punto di vista dell’ascolto puro, è molto meno pratico. Praticamente è impossibile fare una delle operazioni che oggi sembrano banali, come saltare una traccia. La testina scorre sul vinile e basta, un CD può skippare, andare avanti e indietro.
Dunque, i vinili non sono una soluzione ottimale e i CD non possono una soluzione definitiva. Anche se, a seconda della qualità del mastering, può essere difficile accorgersi della loro inferiorità, soprattutto se non si è dotati di una catena di ascolto adeguata. Ma il problema principale è che sono destinati a deteriorarsi chimicamente e diventare illeggibili nel tempo, seppure non velocemente quanto i vinili. Discorso simile per i qualitativamente eccellenti SACD e DVD-A.
Ma un file digitale? Permette questo e altro, come costruire al volo playlist personalizzate per ascoltare e riascoltare ciò che ci pare, nell’ordine che ci pare, con una comodità che il collezionista dei fragili LP può solo sognarsi la notte.
C’è un solo auspicabile futuro per la musica ad alta fedeltà: la musica liquida.
Cos’è la musica liquida?
La musica liquida è una musica fruibile indipendentemente da qualsiasi supporto fisico. Musica che scorre libera e che può essere ascoltata in qualsiasi momento, in qualsiasi ordine, in qualsiasi circostanza, grazie a computer dedicati allo scopo.
Anche se gli mp3 sono il formato attualmente più diffuso, negli ultimi anni stanno guadagnando terreno altri formati digitali lossless, ovvero senza perdita di qualità rispetto alla fonte originale. Ne sono disponibili molti, tra cui AAC (Apple) e FLAC (Free Software). Quest’ultimo, a mio avviso, è il migliore di tutti. Oltre ad essere un formato libero, utilizza un algoritmo di compressione eccezionale, decodifica al volo velocemente ed è supportato da quasi tutti i lettori multimediali, compresi i più usati dagli audiofili: foobar2000 e JRiver.
Sulla rete è possibile trovare master digitali a 24 bit-192 KHz che, qualitativamente, sono il massimo che si possa desiderare. Inoltre, essendo dotati di (costose) apparecchiature adeguate, è possibile convertire in digitale le registrazioni dei vinili senza perdita di qualità e fruirne liberamente senza subire i limiti del supporto analogici originario.
Tanti anni fa, ai tempi di Napster e agli albori della musica digitale, la conversione in MP3 aveva un senso pratico: gli hard disk erano nell’ordine di pochi Gigabyte e sarebbe stato impossibile per loro contenere intere collezioni musicali; le connessioni ADSL non esistevano e un modem 56k ci avrebbe messo secoli a scaricare brani in alta qualità. Adesso il problema è sparito: abbiamo a disposizione supporti di parecchi Terabyte accessibili a basso costo, e buone catene di ascolto possono essere assemblate con una spesa molto più esigua che in passato, soprattutto se siamo disposti ad ascoltare in cuffia. Per quanto mi riguarda, già da tempo ho rippato su PC tutta la mia collezione di dischi in formato FLAC e il mio consiglio agli appassionati di musica è di fare lo stesso in modo tale da seppellire definitivamente gli MP3. Senza alcun rimpianto.